Di Gilberto Marras
Una partita da leggere a fasi ben precise.
Per 15’ nel Cagliari regna la paura di sbagliare, la dice lunga l’errore incredibile di Pisacane, esperto difensore disposto come centrale di destra nella difesa a tre disposta da Di Francesco su cui ci ha messo una pezza un Cragno, strepitoso ancora una volta su Vlahovic e nel corso della partita.
Il pressing alto del centrocampo comincia a ingranare in modo convinto dopo una decina di minuti con il Ninja schierato insieme a Joao Pedro dietro Simeone nel 4-2-3-1 in fase di possesso che diventava 5-2-2-1 nella metà campo sarda e in fase difensiva e di pressing sulla difesa avversaria.
Comunque, dopo aver sofferto per prendere le misure ad una Fiorentina arrembante, soprattutto sulle fasce con Caceres e con Biraghi (su un Sottil in netta sofferenza in fase difensiva), ma sostanzialmente inconcludente, il Cagliari comincia a generare qualche azione e soprattutto riesce a procurarsi un rigore nettissimo. Ma non è storia vincente in questi giorni e JP10 si fa parare il rigore.
Nel secondo tempo la quarta fase della partita che vede il Cagliari più convintamente in avanti, riesce anche a sfiorare il goal con Simeone, oggi molto appannato, che spreca malamente solo davanti al portiere viola, e Godìn sullo sviluppo di un calcio d’angolo.
Poi ancora un errore tecnico importante, uno dei tanti di oggi, ma questa volta nella tre quarti avversaria, dove Marín perde palla ingenuamente e il centrocampo lascia passare una ripartenza micidiale dove Callejon percorre 50 metri da solo, senza alcun contrasto da parte della difesa assolutamente mal posizionata, e mette un assist per la punta viola che deposita in goal.
Da qui parte l’ultima fase confusionaria della partita del Cagliari, che sfiora ancora una volta il goal su tiro di Marín respinto dal portiere dopo una deviazione, con DiFra che mette in campo giocatori freschi solo all’ultimo, che fa un forcing importante ma sterile, che raccoglie ancora zero punti…
C’è rabbia, perché la squadra ormai è in piena zona retrocessione, ma non bisogna essere troppo severi in questo caso, perché il Cagliari ha giocato e creato tante occasioni…
la dea bendata non è stata certo benevola: mancano gli episodi favorevoli.
Manca certamente un po’ di cattiveria, è evidente anche la paura di sbagliare e la scarsa serenità anche negli attaccanti… Simeone su tutti.
Credo che il Cagliari sia ancora nella fase di ricerca del modulo finale: sta cambiando spesso modulo tattico, però ha trovato un Oliva in regia che non è dispiaciuto, che ha dimostrato di avere i tempi per le coperture e di saper trovare le verticalizzazioni utili a far distendere la squadra; anche Marín ha giocato bene, salvo che nel caso della palla persa in occasione del goal, dimostrando di poter col tempo sostituire il lavoro enorme che faceva Rog e contribuire in più nella costruzione della manovra.
Bisogna ripartire dall’esperienza di Godín, Naingollan e Joao Pedro… evitando di surriscaldare l’ambiente intorno alla squadra.
Probabilmente questo 3-5-2, che diventa 5-2-2-1 in fase di non possesso, è il modulo che restituisce più equilibrio nel gioco della squadra.
C’è il tempo di riprendersi: col Milan con la testa libera e poi sotto a recuperare terreno!
Forza Cagliari, forza Cuore ♥️?
