Un buon Cagliari paga l’inesperienza contro un Inter molto forte .

di Gilberto Marras

I Rossoblù si presentano con una formazione ancora rimaneggiata, con Zappa che viene preferito sulla fascia destra al rientrante Nandez, che deve ancora smaltire le scorie post Covid, mentre Faragò gioca laterale basso a destra.

Da segnalare i 39 anni in due dei centrali difensivi del Cagliari, che insieme a l’uomo Cragno riescono a bloccare l’attacco nerazzurro. Cragno nei primi 20 minuti è stato davvero miracoloso in 4 circostanze, soprattutto sul tiro forte e ravvicinato di Sanchez.

Sul piano tattico l’Inter ha costruito varie palle goal, in alcuni casi sfruttando alcune ingenuità dei giovanissimi del Cagliari. Passata indenne questa prima fase, i Rossoblù cominciano a crescere sul piano del palleggio e riescono con personalità a interrompere il forcing interista. Anzi, ciò che emerge è che dalla metà del primo tempo l’Inter non riesce più a superare agevolmente il centrocampo cagliaritano, ma solo con manovre macchinose: la squadra è stata capace di portare un pressing molto alto a ridosso dell’area di rigore avversaria, così come la difesa cagliaritana in fase di impostazione nerazzurra si è sempre alzata sino a centrocampo per mettere in inferiorità numerica gli uomini, tecnicamente fortissimi, del centrocampo interista.

La pressione dell’Inter sulla squadra Rossoblù è stata comunque costante; il fortino cagliaritano ha resistito bene sino al passaggio alla difesa a tre dietro, quando è stato tolto Sottil, autore di una buonissima partita sino a quel momento, oltre ad un goal straordinario, spettacolare, sul finire del primo tempo.

Forse il timore delle incursioni di Young sulla sinistra e di Hakimi sulla destra, con per di più Lautaro buttato nella mischia a mezz’ora dalla fine del match, hanno spinto il Mister a chiudere gli spazi dietro inserendo Klavan al posto di Faragò e disponendo Zappa terzino destro e Nandez a centrocampo come esterno destro. Il Cagliari a quel punto ha giocato con un 3-5-2 in fase propositiva, che diveniva 5-3-1-1 in fase difensiva, con il solo JP10 (oggi sottotono, perché bloccato da Brozovich e forse anche perché particolarmente stanco).

L’Inter ha intensificato la manovra col passare dei minuti e ha trovato un goal bellissimo con l’ex più atteso: Nicolò Barella, valore aggiunto assoluto della squadra di Conte.

Mentre il Cagliari continuava a macinare gioco nelle ripartenze, anche grazie ad un ritrovato Cerri, davvero bravo nel far salire la squadra, proponendosi pericolosamente in avanti, è arrivato il raddoppio su una distrazione collettiva della retroguardia centrale, con Klavan che doveva certamente dare input o forse doveva intervenire direttamente lui in combinazione con Walukievich a contrastare D’Ambrosio sul secondo palo.

Il Cagliari si è gettato generosamente in avanti e ha sfiorato il pareggio con Cerri su percussione sulla sinistra di Carboni servito benissimo da Lycogiannis. Come Pavoletti nel primo tempo non era riuscito a ribadire in rete a porta vuota l’assist di Zappa dopo una splendida manovra sulla corsia di destra, così Cerri nel secondo tempo.

Peccato.

Nel forcing del Cagliari, all’ultimo minuto, con anche Cragno in area interista (forse troppo avventatamente), c’è stato il contropiede di Lukaku che ha insaccato a porta vuota…

Troppo severo il risultato e se il Cagliari avesse avuto un pizzico di fortuna, combinato con la bravura di Cragno, forse oggi avremmo assistito ad un pareggio di spessore, prestigioso. 

Questo è il calcio e ora…tutti sotto a lavorare: c’è da portare avanti il cantiere del progetto RossoBlù.