Una bellissima partita, pareggio meritatissimo
di Gilberto Marras
Una partita bellissima, giocata con grande personalità da un Cagliari rimaneggiatissimo, che dopo aver contenuto l’efficace giro palla dei veronesi nel primo tempo, ha giocato la prima metà del secondo tempo schiacciando i gialloblù davanti alla loro porta e prima pareggiando con
Marin, poi sfiorando il goal in almeno due circostanze con Pavoletti, JP10. Due squadre che stanno in salute, sono sembrate solide, anche con le seconde linee, e non si sono risparmiate e mettono in campo la grande personalità e visione di gioco dei loro Mister.
Colpisce la crescita del gioco del Cagliari, in cui, se è vero che Joao Pedro illumina, sono gli inserimenti degli esterni, su tutti Zappa e Sottil, e le geometrie di Marin e Rog (impegnatissimi anche a distruggere il gioco del Verona) a dare coralità al gioco che è stato il vero protagonista della partita dei rossoblù oggi al Bentegodi. Una menzione speciale merita la difesa: tre
ventenni di assoluta qualità e personalità, uno, Faragò con qualche anno in più di esperienza…
Eppure, al di là di qualche errore legato all’inesperienza, come in occasione del goal scaligero e in qualche altra occasione, il Cagliari non si è fatto schiacciare, anzi.
Il Cagliari, va ricordato, si è presentato a questo appuntamento senza Godìn, Nantez, Simeone, Likogiannis, Ounas, tutti titolari nelle prime 9 di campionato per la squadra di DiFra e poi senza Pereiro e Luvumbo, che avrebbero fatto molto comodo nelle turnazioni a partita in corso. Il
mister si è dovuto inventare una formazione in cui anche JP10 è stato a rischio sino alla fine (e meno male che era infortunato!).
Opporsi al Verona di Juric, che aveva sbancato Bergamo domenica scorsa, inventandosi una formazione con Tripaldelli e Sottil che hanno giocato solo alcuni scampoli di partita insieme e addirittura con Zappa (che campioncino in erba!) e Faragò che non avevano mai giocato salvo i
minuti di recupero con lo Spezia domenica scorsa è di per sé un successo.
Infatti, il Verona gioca un calcio veloce, con un giro palla intenso, maturo, con i ritmi e i cambi di campo del regista Veloso, capaci di creare sempre superiorità numerica, salvo che il centrocampo e gli esterni non sopperiscano con sovrapposizioni veloci e ben collaudate. Il Cagliari questo lo ha quasi sempre fatto e questo spiega perché non sempre il Verona è riuscito ad andare al cross dal fondo per il primo palo della punta Di Carmine o per gli inserimenti da dietro delle mezzale.Se un appunto si deve fare alla difesa è che ha gestito in affanno tre – quattro situazioni che
avrebbero potuto far girare l’incontro sul piano del risultato. È il caso del primo goal poi giustamente annullato dal VAR.
La partita a centrocampo l’hanno fatta soprattutto i due tecnici. Nel primo tempo il pressing degli uomini di Juric sui centrali bassi Rog e Marin ha di fatto inaridito le fonti del gioco rossoblù; nel secondo tempo, DiFra ha alzato in modo incredibile la linea della difesa a ridosso della line
mediana del campo, creando quindi una netta superiorità in fase di interdizione e ripartenza sugli esterni.
Se Pavoletti avesse messo dentro la palla sulla spiazzata alla metà del secondo tempo, DiFra avrebbe cominciato ad avere un certo imbarazzo per il suo attacco, di quegli imbarazzi che ogni Mister sogna di avere per molti mesi…